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Si intende soprattutto quello causato dai campi elettromagnetici (CEM) generati da elettrodotti, e antenne TV, da ripetitori telefonici e radiofonici, ma anche da apparecchi televisivi, dai cellulari, computer, lavatrici, lavastoviglie, forni a microonde, cioè da tutto ciò che impiega corrente elettrica.
L'umanità è sempre stata immersa in un "fondo" elettromagnetico naturale: producono onde elettromagnetiche il Sole, le stelle, alcuni fenomeni metereologici (scariche elettrostatiche). La terra stessa genera un campo elettromagnetico che interagisce con il cielo (ionosfera) pari a 130 V/m costanti da milioni di anni, motore di tutti i processi cellulari e molecolari dell'uomo.
A queste fonti si sono aggiunte le sorgenti artificiali già citate. Infatti l'oscillazione delle cariche elettriche, per esempio di un'antenna o in un conduttore percorso da corrente, produce campi elettrici e magnetici che si propagano nello spazio sotto forma di onde elettromagnetiche. Esse sono una forma di propagazione dell'energia nello spazio e, a differenza delle onde meccaniche (es. onde sonore) per le quali c'è bisogno di un mezzo, si possono propagare anche nel vuoto.
C'è da chiedersi come possa l'evoluzione umana, dopo 50.000 anni di lento percorso, adattarsi ad un nuovo fondo elettromagnetico che, nelle zone industrializzate, è aumentato in soli cinquant'anni di oltre 100.000 volte? E cosa dire del bombardamento di onde di radio-frequenza che oramai sono arrivate nel caso della telefonia cellulare ai 2.200 Mhz della video telefonia, sempre più vicine ai fatidici 2450 Mhz (impiegati nei comuni forni a micro onde...), corrispondenti al riscaldamento delle molecole d'acqua, che casualmente compongono l'80% del nostro organismo?
Le strutture dei moderni fabbricati inoltre, basate sull'impiego del calcestruzzo armato, il più delle volte assumono una funzione di amplificazione dell'inquinamento elettromagnetico esterno.
La bioarchitettura ha tra i suoi obiettivi quello di realizzare delle costruzioni che rispettino l'equilibrio naturale e riducano gli effetti dell'inquinamento elettromagnetico, così da costituire veramente quella "terza pelle" dell'uomo che media tra ambiente esterno e l'organismo umano.
Negli ambienti di vita e di lavoro, tutti gli apparecchi alimentati con l'energia elettrica sono sorgenti di campi elettrici e magnetici ELF (Elettric Low Fields = campi a bassa frequenza).
Il campo elettrico generato dalla corrente elettrica, è sempre presente negli ambienti domestici indipendentemente dal funzionamento degli elettrodomestici ed è FACILMENTE SCHERMABILE.
Il campo magnetico invece si produce solamente quando gli apparecchi vengono messi in funzione ed in essi circola corrente, ed è DIFFICILISSIMO DA SCHERMARE.
A. Spina non allacciata: solo campo elettrico generato dalla presa sotto tensione.
B. Spina attaccata ma interruttore spento; il campo elettrico si estende anche alla lampada.
C. Interruttore acceso; il passaggio di corrente necessaria all'accensione della lampadina, genera il campo magnetico.
Fonte: ARPA veneto Opuscolo Onde in chiaro: a proposito di inquinamento elettromagnetico.
I campi generati dagli apparecchi elettrodomestici sono localizzati in vicinanza della sorgente e quindi interessano solitamente zone parziali del corpo. L'intensità dei campi è molto variabile a seconda del tipo di elettrodomestico, della sua potenza, della condizione di funzionamento.
Non esiste solo questo tipo di "inquinamento artificiale" nel senso di prodotto dall'uomo e dalle sue apparecchiature: esiste anche un "inquinamento naturale" più sottile e difficile da combattere perché diffuso ovunque e capace di creare uno stress geopatogeno.
L'ipotesi avanzata per la prima volta nel 1979 dalla ricercatrice americana Nancy Wertheimer, è che un'eccessiva dose di onde elettromagnetiche possa causare tumori o malattie nervose nell'uomo.
Le indagini compiute negli ultimi venti anni, pur non essendo riuscite a confermarla definitivamente, hanno messo in luce risultati inquietanti, soprattutto se riferite a tempi di controllo del lungo periodo.
Nel 1995 l'Istituto Superiore della sanità Italiano, ha redatto un rapporto che esaminava oltre 150 studi condotti nel mondo. Le conclusioni sono state: possibile aumento da due a quattro volte di casi di leucemia infantile nei bambini esposti a campi magnetici superiori a 0,2 microtesla.
Ogni onda elettromagnetica è definita dalla sua frequenza. Questa rappresenta il numero delle oscillazioni compiute in un secondo dall'onda e si misura in cicli al secondo o Hertz (Hz). Maggiore è la frequenza di un'onda, maggiore è l'energia che essa trasporta.
Possiamo individuare DUE GRUPPI DI ONDE:
ionizzanti, che possono alterare i legami chimici delle molecole organiche (raggi ultravioletti, raggi X e gamma). Hhanno frequenze superiori ai 10 milioni di Hz (10 gigahertz), unità di misura che indica le oscillazioni nel tempo (un Hertz è una oscillazione al secondo).
non ionizzanti, che non possono alterare i legami chimici delle molecole organiche (tutte le altre)
Esistono poi DUE TIPI DI CAMPI elettromagnetici artificiali:
a basse frequenze (al di sotto dei 10.000 hertz, 1 KHz, prodotti dagli elettrodotti a bassa, media ed alta tensione ed anche da elettrodomestici, computer, terminali),
ad alte frequenze (comprese tra 1KHz e 100 GHz, 1 GHz = 1 miliardo, prodotti da antenne radiotelevisive, radar, telefonini, tv. Radio, forni a micronde.
Per le basse frequenze è significativa la misurazione del campo magnetico, la cui unità di misura è l'ampere/metro (A/m). Per descrivere l'interazione dei campi magnetici con i tessuti viventi si utilizza l'induzione magnetica (misurata in Tesla, dal fisico serbo Nikola Tesla). Il µT (micro tesla) corrisponde a un milionesimo di Tesla.
Per le alte frequenze è più significativa la misurazione del campo elettrico, la cui unità di misura è il V/m (Volt metro).
Per fare degli esempi, in prossimità di una linea di alta tensione, ad una distanza di circa 30 metri, i valori del campo elettrico sono inferiori a 1 KV/m (1000V/m), i valori del campo magnetico sono dell'ordine del microtesla. (fonte ARPA Veneto).
In auto invece, usare il cellulare costituisce un vero e proprio rischio per la salute, in quanto la struttura metallica crea l'effetto "gabbia di Faraday" che concentra al suo interno le radiazioni che la trapassano; meglio quindi fermarsi e uscire altrimenti... Le intensità di campo elettrico a 5 cm dall'antenna di un telefono cellulare, infatti, sono comprese tra circa 10 e 100 V/m, mentre la quantità di potenza assorbita diminuisce con la distanza: a 30 cm dal cellulare è ridotta di 100 volte. Ecco spiegati i consigli per l'impiego dell'auricolare, oltre alla evidente maggiore sicurezza di guida
Il campo elettrico è facilmente schermabile da parte di materiali quali legno o metalli, ma anche alberi o edifici.
Il campo magnetico è difficilmente schermabile e diminuisce soltanto allontanandosi dalla linea.
L'interramento delle linee permette di diminuire i campi nello spazio circostante, ma questa soluzione ha costi elevati che spesso vengono fatti ricadere sui cittadini, ed ottiene una schermatura efficace solamente per le linee fino a 20.000 V (difficilmente realizzabili per quelle a 130.000 o 380.000 V).
Con il nuovo D.P.C.M. dell'8 agosto 2003 il campo magnetico tollerato vicino a zone abitate e ad asili e scuole, è stato portato dai precedenti 0,2 µT a 10 µT, con un aumento di ben 50 volte del limite di esposizione precedente. Il campo elettrico è stato confermato in 6 V/m. La determinazione di tali limiti doveva essere definita con un decreto che doveva essere emanato entro il 22.05.2001. E' uscito con più di due anni di ritardo !!!!!!
La legge attualmente in vigore, ha definito i limiti di esposizione per individui della popolazione che trascorrano più di quattro ore della giornata in un luogo: - per la bassa frequenza della corrente elettrica a 50 Hz (Hertz), in 5 KV/m (5.000 V/m - volt per metro) per il campo elettrico, ed in 10 µT - micro Tesla (un miliardesimo di Tesla), per il campo magnetico. - Per l'alta frequenza della telefonia cellulare, ha confermato il precedente limite per il campo elettrico dei 6 V/m.
A questo proposito vanno fatti degli opportuni paragoni per capire questi numeri: sotto un elettrodotto camminando sul terreno si possono misurare da 1 a 16 micro Tesla (per i più grandi a 380 KV) a seconda dell'intensità di corrente trasportata; la potenza media di trasmissione di una stazione radio base della telefonia cellulare, nella quasi totalità delle stazioni si aggira dai due ai tre V/m (volt per metro)
Che senso hanno quindi dei limiti così palesemente troppo alti, quando i problemi alla salute si è riscontrato che si verificano già a 0,2 µT per la corrente elettrica e a 0,5 V/m per la telefonia cellulare?
Un dato di paragone: il campo elettromagnetico naturale di origine solare è un milionesimo di volte più piccolo di quello a cui le persone oggi sono esposte per via dell'elettricità. L'elettricità appunto, di cui non possiamo fare a meno, perché alimenta tutti i nostri apparecchi di uso comune a cui siamo abituati quotidianamente.
Per fortuna l'uso limitato nel tempo e la distanza, ne riducono gli effetti; è comunque preoccupante confrontare i valori della tabella sottostante con i valori ai quali già si sono riscontrate delle correlazioni con la salute dell'organismo umano: i 0,2 micro Tesla sopra esposti.
Resta l'indicazione di adottare il "principio di precauzione" promulgato dall'OMS: non sostare a lungo in ambienti dove vi sia una concentrazione di apparecchi in funzione, per esempio, o se possibile allontanarne l'impiego; oppure ridurre il tempo di utilizzo dei cellulari (soprattutto in auto).
Porre particolare attenzione per i bambini: sono i più sensibili all'effetto dei campi elettromagnetici, che possono agire negativamente su membrana cellulare e DNA
VA SEGNALATO CON EVIDENZA CHE NEL FEBBRAIO 2003 L'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA' HA PROMULGATO IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE ANCHE PER L'ALTA FREQUENZA DELLA TELEFONIA CELLULARE.
Facciamo dunque un uso consapevole del telefonino: